A Natale pioggia di sfratti per gli ex appartenenti alle FF.OO.

anziani e malati di Trento e Bolzano

             

 

COMUNICATO STAMPA

E’ da anni, ormai, che numerose famiglie appartenenti al personale delle Forze dell’Ordine in quiescenza (e anche in servizio), residenti in appartamenti demaniali ubicati nelle province di Trento e Bolzano, rivendicano il diritto di riscatto di tali abitazioni, in virtù di quanto sancito dalla legge n.560 del 24 dicembre 1993, recante norme in materia di alienazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica.

Ognuno di loro ha prestato giuramento al nostro Paese, servendolo per tanti anni con onore ed onestà, ed ancora oggi, molti di questi, svolgono attività di volontariato nelle rispettive Associazioni. Essi rappresentano la memoria e la storia delle Forze di Polizia del Trentino-Alto Adige, e nonostante tutto, ahimè, vengono calpestati i loro diritti.

Dopo più di 40 anni, le famiglie e le vedove (c’è anche una vedova vittima del dovere e un decorato di medaglia d’Argento al Valor Militare), tutti con età piuttosto avanzata, tra i 70 e gli 80 anni, molti con diverse patologie (alcuni con invalidità tra l’80 e il 100%, c’è un caso di Alzheimer, qualcun altro ha avuto un infarto e c’è anche una persona che, purtroppo, è stata colpita da un tumore ed è attualmente in cura), vengono mortificate dalle rispettive ex Amministrazioni di appartenenza (in particolare l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza del Trentino-Alto Adige) con inviti a lasciare l’appartamento in cui vivono, carico di ricordi affettivi, con conseguenze a dir poco drammatiche. I primi provvedimenti di sgombero coatto sono stati notificati nei giorni scorsi, come “regali natalizi” agli inquilini residenti a Ravina di Trento e verranno eseguiti a partire dai primi di gennaio del prossimo anno.

Gli inquilini, tra l’altro, nel corso degli anni, oltre a manifestare la volontà di acquistare tali appartamenti, hanno fatto presente al Demanio la necessità di far eseguire numerosi interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Dinanzi, però, alla carenza di risorse pubbliche, si sono visti costretti a mettere mano al proprio portafoglio, pur di metterli a norma e renderli vivibili.

Desideriamo precisare, al riguardo, che non si tratta di alloggi di servizio oggetto di concessione demaniale, connessi con particolari funzioni attribuite al personale delle Forze dell’Ordine, bensì di appartamenti il cui rapporto locatizio è gestito dagli istituti autonomi provinciali dell’edilizia sociale (ITEA e IPES). Rientrano, pertanto, nella tipologia degli E.R.P., vale a dire nella categoria dell’edilizia residenziale pubblica e, in quanto tali, sono alienabili a favore degli inquilini interessati, ai sensi della legge menzionata, e oltretutto già applicata nel resto d’Italia. In Trentino-Alto Adige, invece, no, in quanto si fa ancora riferimento ad una legge atavica del 1976, ormai superata, che all’epoca mirava a mantenere distinto e separato il patrimonio dello Stato da quello delle due province che, in base allo statuto speciale di autonomia, avrebbero potuto avocare a sé tali complessi demaniali.

Ma al di là di tutti gli aspetti giuridici sui quali si fondano le suddette legittime rivendicazioni, fino ad oggi totalmente ignorate, non è ammissibile che nel nostro Paese, ex appartenenti alle Forze dell’Ordine, dopo anni di onorato servizio, debbano essere considerati occupanti abusivi, e ricevere il benservito dalla Stato, perdendo la casa e la dignità.

Hanno riposto fiducia nel Governo ed oggi, dopo tante promesse, si sentono, giustamente, totalmente abbandonati, traditi e umiliati.

Alla luce di ciò che sta accadendo, sono, inoltre, profondamente delusi dall’attività politica fin qua intrapresa, perché dalle promesse elettorali non sono sopraggiunti i fatti.

Duole dirlo, ma come servitori dello Stato, fedeli e leali, essere trattati in questo modo è a dir poco vergognoso. Denota, altresì, uno scarso se non assente senso di umanità.

La questione, dunque, è senz’altro meritevole di una profonda riflessione sotto il profilo giuridico ed umano e necessita di un cambio urgente di direzione.

Ci siamo rivolti all’intera classe politica proponendo un emendamento in sede dell’attuale ed imminente approvazione della manovra di bilancio, che andrebbe a chiarire le disposizioni contemplate dalla predetta legge 560 del 1993, ponendo fine a questa ingiustizia sociale. Trattasi di un emendamento a costo zero per lo Stato, che, per di più, in un’ottica di spending- review allargata, consentirebbe al demanio di incamerare risorse derivanti dalla vendita degli immobili (circa cento appartamenti tra Ravina di Trento e Bolzano).

Desideriamo lanciare un appello alle Istituzioni, in primis al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, affinché si possa disporre l’approvazione dell’emendamento in Senato, in sede di votazione della manovra di bilancio, e bloccare i suddetti illegittimi provvedimenti di intimazione ed azioni di forza nei confronti delle famiglie in questione.

E’ il momento di dimostrare che la giustizia conta!

Sempre dalla nostra parte.